Laxpudding (pasticcio di salmone)

Ingredienti:

  • patate (1 kg. circa)
  • salmone affumicato (300 grammi)
  • una cipolla gialla
  • aneto
  • 4 uova
  • panna (1 dl.)
  • latte (3 dl.)
  • burro
  • sale
  • pepe bianco
  • Non è necessario essere acuti osservatori per accorgersi che uno dei fenomeni naturali che più stupisce ed incanta il popolo svedese è la presenza del sole. In luoghi anche solo parzialmente esposti, e con temperature che ad altre latitudini consiglierebbero di affrettarsi per riparare al chiuso tepore, lo svedese, come rispondendo ad un riflesso pavloviano, chiude gli occhi e si immobilizza. Niente può disturbarne la quiete, niente turbarne il diletto. O meglio, quasi niente. Altra fonte di inesauribile gioia è l’osservazione del comportamento animale e, in particolare, degli animali volanti: il birdwatching sembra essere praticato dalla totalità della popolazione. Il fatto che io sia incapace, praticamente in ogni occasione, di generare sollazzo proclamando il nome italiano dei volatili che si intrattengono nei prati dell’università provoca stupore e velata disapprovazione.

    Tutto ciò per dire che M.E. sta in questo momento avvicinandosi alle vette del nirvana vichingo, trovandosi (1) sul delta del fiume Ebro – Spagna, il mio mac dice che in questo momento ci sono 21°C – (2) ad osservare il passaggio degli uccelli migratori. Di conseguenza, io ho tempo per scrivere la ricetta del laxpudding, o, più prosaicamente, pasticcio di salmone.

    Come primo esperimento ho scelto una preparazione facile (mescolando gli ingredienti qualcosa di mangiabile deve venire pur fuori, e viste le foto, magari anche meglio di come è venuto a me), ma che, nello stesso tempo, grazie ai sapori di salmone e, soprattutto, aneto, dovrebbe trasmettere un certo tocco scandinavo.

    Comunque, fare bollire le patate, anche 20 minuti possono bastare tanto poi vanno nel forno, e poi tagliarle a fette di circa mezzo centimetro l’una. Nel frattempo, tagliare grossolanamente la cipolla e sminuzzare l’aneto (abbondate. Qui i negozi ne sono pieni, forse in Italia è più difficile da trovare, ma è indispensabile per la riuscita del laxpudding). A parte, mescolare gli altri ingredienti  (uova, latte, panna, sale, pepe).

    Fatto ciò, accendere il forno a 150°C, imburrare una teglia e fare un primo strato di sole patate. Poi fare altri strati di patate, salmone (tagliandolo in fette più piccole), cipolle e aneto, e, per l’ultimo strato, quello superiore, ancora solo patate. A questo punto versare il preparato con gli altri ingredienti (uova, ecc.), che andrà ad infilarsi nei pertugi tra gli strati. Aggiungere un po’ di burro in superficie e cuocere in forno (150°C) per circa un’ora. Lasciare riposare una decina di minuti prima di servire.

    Non può andare male. Per iniziare la conversazione con i vostri ospiti potete spiegare che aneto, erba cipollina e, in parte, prezzemolo, sono le spezie su cui si basa praticamente tutta la cucina svedese. M.W., che ha cortesemente tradotto la ricetta da “Hela Sveriges Husman” (grazie!), dice che questo piatto fa molto anni ’50 ma non ho la minima idea del perché. Come spesso accade, mi sembra che riscaldato il giorno dopo sia ancora più buono.

    P.J. che mostra soddisfazione e, nello stesso tempo, prova che la gravità ha risibili effetti sul laxpudding.

    14 Risposte to “Laxpudding (pasticcio di salmone)”


    1. 1 MCT aprile 12, 2010 alle 8:00 PM

      Grande ricetta! Come variante potresti sostituire il salmone con le aringhe, che credo non siano difficili da trovare in Svezia.

    2. 2 tempesta aprile 13, 2010 alle 9:21 am

      fantastico,
      peccato che non vada bene per gli sfigati vegetariani, vogliamo qualcosa anche per loro!
      bella pierre, sei un modello di altri tempi, veramente un signore!

    3. 3 cucinasvedeseperitaliani aprile 13, 2010 alle 9:27 am

      beh non credo che la cucina svedese tradizionale sia troppo filo-vegetariana, ma magari mi sbaglio.
      Qualcosa comunque ci sarà. Ci si organizza presto!!

    4. 4 stephy aprile 22, 2010 alle 1:19 PM

      ricetta alquanto interessante!soprattutto se condita da da un’introduzione così articolata e ben descritta degli hobby dei nostri cari amici nordici…se avessero il sole dominerebbero il pianeta!ahahaha

      ps: dove si può trovare l’aneto?perchè non aprire anche una compravendiat su internet di “spezie” tipiche della cucina svedese?te la butta lì!

    5. 5 framarza aprile 29, 2010 alle 5:26 PM

      tempesta, in fondo molti vegetariani il pesce lo mangiano, no?
      ora vado in giro per Marino (RM) a cercare l’aneto…

    6. 6 tempesta Maggio 9, 2010 alle 11:02 PM

      è vero, ma non sono proprio vegetariani…….ma chi sono io per giudicare?!? ah! ah! ah! ah! ah! ah! ah!
      avete trovato l’aneto?!? il posto più vicino dove l’ho visto è la svizzera….auguri!!!

    7. 7 GourmanDenise giugno 4, 2010 alle 9:31 PM

      Mais quel beau goûteur que voilà !
      Bon, je fais comment moi qui ne parle pas un mot d’italien… d’accord, je vais attendre que Pierre soit là pour me traduire.

    8. 9 claudia luglio 8, 2010 alle 7:15 PM

      Anche qui si va di aneto, lo infilano praticamente ovunque (anche nel tzatziki, che hanno appena appena scoperto). D´obbligo, mi dicono, col salmone, anche con quello non affumicato. Oltre all´erba cipollina, appunto, e alla panna acida. Chiaramente il mio dna culinario non trova nulla alla voce “aneto”, e nemmeno sotto “dill”, e non lo sopporta.
      Questa cosa di leggere di ingredienti simili a quelli che sto conoscendo qui mi fa sentire…come dire…meno sola, nelle mie scoperte. Grazie! E continua, se puoi, che leggerti é veramente piacevole! 🙂

      • 10 cucinasvedeseperitaliani luglio 9, 2010 alle 1:01 PM

        Grazie a te! Farò il possibile.
        E’ curioso che la mia unica esperienza pre-svedese di aneto riguardasse proprio lo tzatziki (la ricetta arrivava da Salonicco, proprio in senso materiale – era credo il 1999 e usavo internet forse solo per sporadiche email) e prevedeva in effetti l’aneto. Non trovandolo, lo sostituivo con il finocchietto selvatico. Quindi si, anche il mio dna culinario trova ben poco alla voce “aneto”, ma devo dire mi sembra una scoperta tutto sommato piacevole (forse un po’ troppo onnipresente nella cucina svedese in effetti, ma non hanno molta scelta…)

    9. 11 mct marzo 2, 2012 alle 6:10 PM

      Stanche del cielo plumbeo olandese, la piccola C. e io abbiamo deciso di portare il sole almeno nella nostra cucina e abbiamo preparato il laxpudding!

      P.S.: ora posso commentare nel blog a cuor leggero

      • 12 cucinasvedeseperitaliani marzo 2, 2012 alle 7:19 PM

        Bravissime! in Svezia è – era – una fantastica giornata primaverile, con temperature che intorno a mezzogiorno si sono avvicinate ai 10°C! (dopo un po’ ci si accontenta di poco…)
        Ora voglio dei commenti sul risultato di questa preparazione 😉

    10. 13 mct marzo 2, 2012 alle 9:28 PM

      Buono il laxpudding: le calorie aiutano davvero a combattere l’uggia!
      Credo, pero’, di aver ecceduto nell’uso dell’aneto che ha coperto un po’ gli altri sapori, ma non ho purtroppo termini di paragone per confermare il mio dubbio. Mi tocchera’ venire a stoccolma per assaggiare il migliore laxpudding della citta’ e controllare le quantita’ di aneto 😉


    1. 1 Ella Lodi Trackback su settembre 17, 2019 alle 2:05 am

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